Una rara Pollinosi Invernale: l’allergia ai pollini di Cipresso

Quando si parla di pollinosi il pensiero corre spontaneamente al periodo primaverile. L’allergia ai pollini di cipresso è, invece, un raro caso di pollinosi invernale. La sintomatologia – rappresentata da raffreddori, congiuntiviti e bronchiti anche di lunga durata – può essere confusa con quella delle più comuni malattie infettive delle alte vie respiratorie, tipiche della stagione fredda, o con altre forme di allergia respiratoria da allergeni perenni, quali gli acari della polvere.

Quant’è diffusa l’allergia alle cupressacee

La pollinosi da cupressacee, scoperta solo agli inizi degli anni ‘60, è stata molto sottodiagnosticata nella pratica clinica e il cipresso era – fino a qualche anno fa – una pianta pressoché sconosciuta agli allergologi.

Secondo gli ultimi dati epidemiologici il 2-4% della popolazione generale soffre di allergia alle cupressacee e il 20% di tutti i pazienti affetti da pollinosi, ovvero 1 soggetto su 5, è allergico a queste piante. La sua prevalenza è notevolmente aumentata negli ultimi decenni per una maggiore e più diffusa produzione di polline da parte delle piante, per un allungamento della durata di esposizione e, talora, per una più alta “aggressività” del polline rilasciato in atmosfera. E questo per almeno tre motivi:

  • L’aumentata piantumazione di alberi di Cupressacee sia per mo­tivi ornamentali (città, giardini, verde pubblico), sia come siepi frangivento o per rimboschimento, sfruttando la lunga vita di queste piante
  • L’aumento delle temperature dovute al ri­scaldamento globale ha prolun­gato il periodo di impollinazione delle piante con un significativo incremen­to temporale della presenza dei granuli pollinici in atmosfera
  • Gli in­quinanti ambientali sembrano au­mentare sia la quantità di polline prodotto dalla pianta sia l’allergenicità dello stesso.

L’allergia al polline delle Cupressacee è una pollinosi diffusa a livello mondiale. Negli ultimi decenni è diven­tata un problema sanitario in tutto il mondo, soprattutto nei paesi mediterranei e in Giappone.

Alcune curiosità di botanica

La famiglia delle Cupressacee appartiene, assieme ad altre sei famiglie, alla divisione delle Conifere, comparse sulla terra circa 300 milioni di anni fa.

Lamaggior parte delle Conifere – che sono per lo più piante arboree con foglie di dimensioni ridotte a forma di ago –  porta sui rami strutture legnose a forma di cono, da cui prendono il nome, detto anche strobilo o più comunemente pigna: sono piante monoiche con coni maschili e femminili sulla stessa pianta. Il polline viene prodotto in grandi quantità dai coni maschili e viene trasportato dal vento (specie anemofile) anche a grandi distanze. Raggiunta la cellula uovo, presente nel cono femminile, la feconda provocando lo sviluppo del seme. I coni, giunti a maturità, si aprono e lasciano cadere i semi.

Tra le sette famiglie della divisione delle Conifere, quella delle Cupressacee è la più nume­rosa ed ha una vastissima diffusione in tutti e cinque i continenti; è la famiglia con l’areale (l’area geografica entro la quale è distribuita una specie) più vasto: oltrepassano il Circolo Polare Artico in Norvegia e si avvicinano al Circolo Polare Antartico in Cile. Un membro delle Cupressacee, Juniperus indica, raggiunge nel Tibet l’altezza di 5.200 m sul livello del mare e rappresenta la specie vegetale legnosa che raggiunge la massima altitudine al mondo.

Le Cupressacee comprendono circa 30 generi e oltre 150 specie. Della famiglia fanno parte il cipresso comune, il cipresso dell’Arizona, la tuja, il ginepro, il cedro giapponese.

Periodo d’impollinazione

Il periodo di pollinazione delle Cupressacee è prevalentemente nel periodo invernale, ma pollini in atmosfera – anche se a bassi livelli – sono presenti per tutto il resto dell’anno.

Il cipresso comune (Cupressus sempervirens) produce i pollini in genere da febbraio a fine marzo ma con possibilità di iniziare a gennaio e terminare ad aprile, mentre il cipresso dell’Arizona – importato dall’America – inizia a pollinare anche a dicembre in concomitanza con il nocciolo. La tuja fiorisce tra marzo e aprile mentre il ginepro (Juniperus oxycedrus), che è una pianta a pollinazione precoce, può liberare i pollini fin dal mese di ottobre. La Cryptomeria japonica o cedro del Giappone – importata dal Giappone in Europa a metà del secolo scorso e utilizzata a scopo ornamentale o per il rimboschimento – libera grandi quantità di pollini tra febbraio e aprile.

Tutte le specie della famiglia delle cupressacee hanno pollini che si diffondono sfruttando le correnti aeree, pollini molto simili e con un contenuto allergenico alquanto affine: per questo alto grado di reattività crociata, il paziente – una volta sensibilizzato al cipresso – può presentare gli stessi disturbi anche in presenza del polline di altre specie. I soggetti allergici, a causa della sovrapposizione delle diverse fioriture e della citata cross-reattività allergenica, possono vivere un’unica stagione pollinica che parte da ottobre e termina ad aprile.

I sintomi dell’allergia al polline di cipresso

Questa patologia allergica può manifestarsi per un periodo molto lungo interessando più stagioni, da ottobre/novembre ad aprile, ed è clinicamente caratterizzata soprattutto da sintomi oculo-rinitici, pur non mancando anche le forme asmatiche.

I sintomi da pollinosi di Cupressacee sono spesso difficili da controllare con la consueta terapia farmacologica antiallergica. Quelli maggiormente segnalati sono:

  • rinite (congestione nasale, starnuti, prurito)
  • congiuntivite anche marcata (lacrimazione, prurito, arrossamento)
  • tosse secca
  • asma (respiro sibilante e difficoltà respiratoria)
  • dermatiti in zone esposte o peggioramento di dermatiti preesistenti.

Studi recenti hanno evidenziato come esitano due distinti fenotipi di pollinosi al cipresso che si differenziano per presenza o assenza di tosse secca durante l’impollinazione.  Il “fenotipo con tosse”, che è il meno comune, può essere caratterizzato da un aumento di iperreattività bronchiale e quindi asma. In questi casi la sensibilizzazione sembra verificarsi a causa di un’esposizione prolungata a quantità rilevanti di granuli polli­nici di Cupressacee.

Allergia al cipresso e verso alimenti vegetali

In alcuni soggetti allergici alle Cupressacee viene segnalata anche una concomitante allergia alimentare verso alcuni frutti, tra cui pesca, albicocca (e altre rosacee), arancia e melograno. Si tratta di reattività secondarie conseguenti alla primaria sensibilizzazione verso una molecola allergenica del cipresso ma presente in forma omologa (affine) anche negli alimenti sopra citati. I soggetti sensibilizzati a questa glicoproteina (Proteina Regolata dalla Gibberellina – GRP), molto diffusa nel mondo vegetale ma termo- e gastro-resistente e quindi molto pericolosa, possono presentare – in occasione del consumo dell’alimento in causa – sintomi spesso severi e caratteristici quali orticaria diffusa, angioedema del viso e edema laringeo.

Un minimo di prevenzione può essere utile

Oltre alle consuete misure preventive individuali (evitare di stare all’aperto nelle giornate vento­se e nelle ore più calde, utilizzare misure barriera quali mascherine ed occhiali avvolgenti protettivi, limitare le passeggiate nel periodo di massima concentrazione pollinica, ecc.) possono essere utili alcuni accorgimenti generali quali:

  • Eliminare di tutti gli alberi malati in quanto produco­no molti più pollini di quelli sani
  • Anticipare la potatura delle piante in autunno per poter rimuovere le infiorescen­ze già avviate a maturazione.
  • Limitare la messa a dimora delle Cupressacee nelle zone urbane e in prossimità delle stesse
  • Selezionare, quando possibile, piante “ipoallergeniche” in grado di produrre inferiori quantità di polline rispetto alle piante tradizionali.

Diagnosi e Trattamento: come nelle altre pollinosi

Le procedure diagnostiche sono le stesse utilizzate per le altre allergie da inalanti. Oltre ad una accurata anamnesi e visita medica, vengono effettuati i prick test e – se necessario – il dosaggio delle IgE specifiche verso i pollini delle Cupressacee e delle relative molecole allergeniche; comprese quelle degli alimenti se si sospetta una allergia alimentare correlata alla pollinosi.

Da un punto di vista terapeutico non esistono trattamenti farmacologi­ci specifici per questa pollinosi e, quindi, le te­rapie sono le stesse delle altre patologie allergiche: antistaminici, ste­roidi per via nasale e broncodilatatori e corticosteroidi inalatori per l’asma.

Anche nel caso della allergia al Cipresso è stato di­mostrato che l’immunoterapia specifi­ca (AIT) basata sull’impiego di estratti di cipresso è in grado di indurre un beneficio clinico significativo e duraturo su sintomi, consumo di farmaci, qualità della vita.